venerdì, marzo 16, 2007

Milano, spalanca le tue ali al mondo...



Stamattina va così...il mal di testa mi fa ancora compagnia ed io ho in testa questa frase, sentita a chiusura di una versione live di L'uomo sogna di volare dei Negrita. Quanti mondi si incrociano a Milano? Gente che va, gente che viene, donne e uomini che corrono, ragazzi che fumano...stamattina attraversando la strada ho incrociato lo sguardo di un vecchio solo, occhi tristi e desolazione portata con poca disinvoltura e davvero mi sono chiesta come uno sguardo, un paio di jeans, dei tacchi alti, un po' di trucco sugli occhi possano racchiudere una vera e propria storia, storia vera e storia immaginata...vita sognata e vita realmente vissuta. Ogni volta che sento Pau nel mio Ipod che pronincia questa frase...Milano, spalanca le tue ali al mondo, gridare queste poche parole al pubblico continuo ad emozionarmi...davanti ai miei occhi si materializza l'immagine della città di Milano che si proietta verso il futuro...
Sento un po' mia questa metafora, quella di spalancare le ali verso il mondo, soprattutto per lo stato d'animo che sto vivendo ora...ogni mattina mi svegli con la voglia di scoprire cose nuove, con la necessità di diversificare, anche con un sorriso regalato o avuto da un viso incrociato per strada, le mie giornate che altrimenti mi sembrerebbero tutte uguali. Ho voglia di guardare avanti ad un futuro che non conosco ma che immagino, che sogno, ma forse un po' per scaramanzia difficilmente racconto...
Oggi mi limito comunque a sognare il mio futuro più prossimo, quello che inizierà domani con la trasferta in quel di Cesena...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ascoltando quel pezzo non avevo colto quell'invito di Pau; probabilmente certe frasi si percepiscono meglio ascoltando le canzoni in cuffia.

che dire........ mi piace il verbo "spalancare" usato come esortazione verso il mondo: rende l'idea di un essere attivi, protagonisti del vivere verso il mondo intero e non soltanto subirlo, come ahimè pare sia per la maggior parte.

Assomiglia un po' a quel concetto della scena del film "da zero a dieci" in cui discutono se sono loro a "passare" sul mondo o viceversa.

Potremmo farci chissà quanti discorsi, ma oggi è meglio fermarsi qui.

Buon we, almeno il tuo
fm

Manu ha detto...

Da tempo non lascio segni di un passaggio, come quegli uomini che camminano sotto un cappello, ma un salto lo faccio sempre qui. Non sono un grande estimatore di Milano, in realtà, ma sento forte quell'idea di tante realtà, di tante vite che si incrociano solo per un secodno senza neanche guardarsi. Quasi una paura di perdersi dei pezzi importanti. Forse è anche uno degli aspetti affascinanti della città, del mondo in piccolo.

la zarina ha detto...

caro amanuele ti ringrazio del commento lasciato...ma chi sei? davvero vieni sempre dalle mie parti (blog) per leggere quello che scrivo???...raccontami di te! non riesco a vedere il tuo blog...

Manu ha detto...

Ehm...sono Manu, o baffone se ti dice qualcosa in più. Non so perchè mi dia già l'impostazione da emanuele, ma l'ho tenuta. COmunque sono io e non credo di aver mai messo links al mio blog...