Chi l'ha detto che i belloni non sappiano fare altro che mettere in mostra la propria bellezza??? in effetti in questo film il tanto sospirato Riccardo Scamarcio, divenuto sogno di tutte, o quasi, le donne italiane dimostra di avere tutte le carte in regole per diventare un buon attore.
Il film fugge via veloce, nella contraddizione di una famiglia della provincia di Latina, nella profonda Ciociaria, che vive in una casa che definire modesta è già un'esagerazione e che cerca di arginare gli spasmi del figlio più piccolo, cresciuto con strane idee in testa.
Che dire quindi di questo personaggio Accio, interpretato da Elio Germano? sicuramente che riesce a farvi ridere, piangere, emozionare, accaldare durante le immagini che raccontano la sua crescita, la sua adolescenza iniziata con la vocazione verso Dio, passata attraverso la passione per la Patria e la lotta per le libertà e gli ideali fascisti e approdata, con disincanto, ma forte impeto nel comunismo dove gli ultimi saranno i primi...tanto per non perdere di vista il messaggio cristiano. I primi attimi, gli schiaffoni dati e ricevuti, le provocazioni del giovane Accio nei confronti del fratello Marrico e dei genitori, contro i quali sfodera una sfrontatezza e sfacciataggine disarmante, vi faranno ridere...risate legate anche allo spiccato romanesco esibito dall'attore, giovane ma molto promettente. Ma le risate sono di certo amare...il racconto delle lotte politiche, che giungono solo di riflesso nella piccola città di provincia, fanno comunque emozionare. Anche perchè da piccole eco si trasformano, nel corso della narrazione, in momenti forti, nelle fabbriche, nelle università e infine nella latitanza...ma non voglio svelare proprio tutto.
Bravissimo anche Zingaretti, che questa volta veste i panni di un antico sostenitore di Benito, venditore ambulante, il primo adulto ad avvicinare Accio al pensiero politico. Calza a pennello anche la colonna sonora scelta come sfondo del film...la versione acustica di Ma che freddo fa di Nada sembra stata scritta apposta per la nuova opera di Lucchetti.
E come dice Nanni Moretti a proposito di un film "Nel cinema, gli attori sono la borghesia, l'immagine è il proletariato; la colonna sonora è la piccola borghesia eternamente oscillante tra l'una e l'altro. L'immagine in quanto proletariato deve prendere il potere nel film dopo una lunga lotta". (da Io sono un autarchico)
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