lunedì, aprile 30, 2007

mi manca...

davvero troppo tempo...si si, decisamente troppo tempo è passato dal mio ultimo concerto della Bandabardò e la cosa non mi fa bene! l'effetto è visibile...mi sto rattristando, sono smunta e ho perso la mia tradizionale voglia di saltare! Ecco perchè ho deciso che il 15 giugno a costo di andarci da sola, dovrò per forza saltare insieme a tutti gli altri Bardoziani. Perchè? semplicemente perchè un concerto della Bandazza è una festa, è un momento in cui si pensa alla vita ridendoci sopra, ballando forsennatamente e cantando a squarcia gola canzoni che un senso ce l'hanno. Non è facile oggi saper conciliare quella sana dose di voglia di vivere, mescolata alla spensieratezza ed ottimismo, aggiunta ad un pizzico di realismo che fa guardare il mondo con occhi realisti...insomma ragionare, ridendo e cantare pensando è quello che questi cinque scanzonati fiorentini, accompagnati ormai dall'inseparabile cubano dalle mani d'acciaio, Ramon, sanno fare e sanno trasmettere a chi li va a vedere. Impossibile stare fermi e impossibile non cantare...impossibile non partecipare con il corpo, con la mente, ma soprattutto con il cuore alla loro musica. Dopo la prima volta si diventa subito dipendenti...per la gioia che sanno trasmettere e per la vita che sanno raccontare. Allora ci vediamo il 15 giugno, ore 22 circa, live club di trezzo d'adda, versione estiva.
...ATTENZIO', CONCENTRAZIO', RITMO E...VITALITA'!!!!!!!!!

venerdì, aprile 20, 2007

mio fratello è figlio unico



Chi l'ha detto che i belloni non sappiano fare altro che mettere in mostra la propria bellezza??? in effetti in questo film il tanto sospirato Riccardo Scamarcio, divenuto sogno di tutte, o quasi, le donne italiane dimostra di avere tutte le carte in regole per diventare un buon attore.
Il film fugge via veloce, nella contraddizione di una famiglia della provincia di Latina, nella profonda Ciociaria, che vive in una casa che definire modesta è già un'esagerazione e che cerca di arginare gli spasmi del figlio più piccolo, cresciuto con strane idee in testa.
Che dire quindi di questo personaggio Accio, interpretato da Elio Germano? sicuramente che riesce a farvi ridere, piangere, emozionare, accaldare durante le immagini che raccontano la sua crescita, la sua adolescenza iniziata con la vocazione verso Dio, passata attraverso la passione per la Patria e la lotta per le libertà e gli ideali fascisti e approdata, con disincanto, ma forte impeto nel comunismo dove gli ultimi saranno i primi...tanto per non perdere di vista il messaggio cristiano. I primi attimi, gli schiaffoni dati e ricevuti, le provocazioni del giovane Accio nei confronti del fratello Marrico e dei genitori, contro i quali sfodera una sfrontatezza e sfacciataggine disarmante, vi faranno ridere...risate legate anche allo spiccato romanesco esibito dall'attore, giovane ma molto promettente. Ma le risate sono di certo amare...il racconto delle lotte politiche, che giungono solo di riflesso nella piccola città di provincia, fanno comunque emozionare. Anche perchè da piccole eco si trasformano, nel corso della narrazione, in momenti forti, nelle fabbriche, nelle università e infine nella latitanza...ma non voglio svelare proprio tutto.
Bravissimo anche Zingaretti, che questa volta veste i panni di un antico sostenitore di Benito, venditore ambulante, il primo adulto ad avvicinare Accio al pensiero politico. Calza a pennello anche la colonna sonora scelta come sfondo del film...la versione acustica di Ma che freddo fa di Nada sembra stata scritta apposta per la nuova opera di Lucchetti.
E come dice Nanni Moretti a proposito di un film "Nel cinema, gli attori sono la borghesia, l'immagine è il proletariato; la colonna sonora è la piccola borghesia eternamente oscillante tra l'una e l'altro. L'immagine in quanto proletariato deve prendere il potere nel film dopo una lunga lotta". (da Io sono un autarchico)

martedì, aprile 17, 2007

questa è la canzone che scrivo per te...


Perdonatemi se in questi giorni utilizzo questo spazio immenso ed infinito per svuotare la mia testa...ho bisogno di dare parola ai pensieri che mi scorrazzano tra un orecchio e l'altro e che mi costringono ad ascoltare per almeno tre ore al giorno la canzone che da il titolo a questo post. Certo che non posso fare altro che dare ragione ad uno dei miei più grandi idoli, Paolo Virzi, che intitolò il mio film preferito con una frasetta che a volte mi ritorna in mente...soprattutto ultimamente..."che cosa dolce, crudele e ridicola...la vita". Quindi oggi per combattere questa malinconia che mi attanaglia dentro, che mi fa cercare un po' di calore ai raggi di questo sole che preannuncia l'arrivo del tutto inaspettato dell'estate, che mi fa sorridere di fronte ad un bambino che si rovescia il gelato sulla maglietta e non sa come fare, che mi fa piangere di fronte a poche righe scritte attraverso un pc, scrivo!!!. Sarà questa l'ironica crudeltà della vita...per anni trascorri le tue giornate neppure immaginando che a pochi metri da dove stai tu esiste una persona fantastica, o per lo meno ai tuoi occhi appare così, speciale per la sua sensibilità, dirompente per la sua sincerità, radiosa per il suo sorriso, tenera per i suoi dubbi ed insicurezze e poi improvvisamente questa scoperta ti cambia la vita...proprio come racconta la canzone dei Marlene Kuntz "E ho le tue mani da lasciarmi accarezzare il cuore immune da difese che non servono...Per quel che mi riguarda sei un continente obliato. Per quel che ho visto in fondo mi è piaciuto". E poi esattamente un attimo dopo...quando credevi di avere quasi afferrato la felicità, ti sembra già di sfiorarla, ne hai già sentito il profumo avvicinarsi, il calore travolgerti...cala il sipario. Il buio sembra non farti più vedere e neppure sentire con la pelle, con il naso le sensazioni che solo a pochi istanti fa c'erano...le ripercorri con la memoria, perchè speri che quel buio, il black-out, sia solo una condizione temporanea e invece il buio
resta... solo in fondo alla tua vista...in un angolo lontano nello spazio-tempo scorgi una minuscola luce. Sarà quella la luce da seguire? sembra lontanissima adesso...quasi irrangiungibile ed il tempo, quello stesso tempo che prima sembrava volare, ora pare non passare mai. Eppure l'orologio continua a scandire gli stessi minuti, le stesse ore, gli stessi giorni...ma ora sembrano infiniti, lenti, mentre tu cerchi di andare incontro a quella luce, che è sempre un punto lontano...

eppure, come dice uno dei miei scrittori preferiti, Italo Calvino, nel suo Sentiero dei nidi di ragno "Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo" e forse anche questa sarà una ferita da riscattare, una di quelle per cui vale la pena di combattere...una cicatrice che in quanto tale non mi farà dimenticare il bene dato e ricevuto, ma mi farà crescere per conquistare quella luce, che solo io con le mie forze posso raggiungere.

lunedì, aprile 16, 2007

...grazie alla vita!

Grazie alla vita Che mi ha dato tanto,Mi ha dato due occhi Che quando li apro Chiaramente vedo Il nero e il bianco,Chiaramente vedo il cielo alto Brillare al fondo,Nella moltitudineL'uomo che amo. Grazie alla vita Che mi ha dato tanto,Mi ha dato l’udito Così certo e chiaro Sento notti e giorni Grilli e canarini Turbini martelli E lunghi pianti di cani E la voce tenera del mio amato. Grazie alla vita Che mi ha dato tanto, Mi ha dato il passo Dei miei piedi stanchi Con loro ho attraversato Città e pozze di fango Lunghe spiagge vuote Valli e poi alte montagne E la tua casa la tua strada Il tuo cortile Grazie alla vita Che mi ha dato tanto, Del mio cuore in petto Il battito chiaro Quando guardo il frutto Della mente umana Quando vedo la distanzaTra il bene e il male Quando guardo il fondo Dei tuoi occhi chiari Grazie alla vitaChe mi ha dato tanto Mi ha dato il sorriso E mi ha dato il pianto Così io distinguo La buona o brutta sorte Così le sensazioni che fannoIl mio canto Grazie alla vita Che mi ha dato tanto
ti dedico un pensiero, senza nome, tanto sono certa che ti ci riconoscerai...è per te questa canzone! infatti mi sento solo in dovere di ringraziare, non so chi, non so cosa, che quel fatidico sabato tu fossi lì davanti a me e mi sorridessi...grazie per i sorrisi che hai fatto nascere sulla mia bocca e per le lacrime che mi sono scese (per fortuna non c'era nessuno in ufficio mentre leggevo!!!) scandagliando le tue parole scritte...è una promessa quella che ti faccio, usando come spesso mi piace fare, ancora le parole di una canzone: sappi che sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai!
Ti voglio bene...ti abbraccio!