

La giusta distanza ha sempre come protagonista una ragazza, giovane, bella, venuta questa volta da lontano e non una del paese, come succede nell'altro film, catapultata in un piccolo paesino di poche anime. "Il paese è piccolo e la gente mormora" una volta si diceva, ma nonostante il mormorio di fondo, nonostante in piccoli centri come quelli ritratti nei due film tutti sappiano tutto di tutti, resta quel sottile filo conduttore di cose taciute, di momenti immobili nella vita di ogni singolo abitante, sconosciuti anche al più curioso dei vicini di casa, che sanno trasformere un piccolo gesto in una vera e propria tragedia cittadina. Si perchè in questi paesi difficilmente succede qualcosa. Il momento che viene ricordato con maggiore fervore è solitamente quello della festa del paese, le danze lungo il fiume accompagnate da orchestrine di provincia, momento in cui le ragazze addocchiano gli uomini rimasti liberi e si fanno corteggiare dal più appetibile tra questi. Ma è nel silenzio dell'apparenza dove si nascondono i segreti più profondi e proprio lì si celano gli scheletri spesso innocenti, ma qualche volta così ingombranti da farsi inevitabilmente scoprire. E quando si scoprono, per paura di giudizi, per paura di voci troppo pesanti, le conseguenze di solito sono devastanti.
Storie semplici insomma, quelle raccontate nei due film. Così semplici da incarnare davvero la realtà della provincia di oggi, dove tutto sembra scorrere più lento che in città, dove tutti si salutano uscendo di casa e si incontrano a prendere il caffè nel bar della piazza e si raccontano del pettegolezzo del giorno.